Yukari Iwatani Kane ha scritto un libro che si intitola Haunted Empire, Apple After Steve Jobs. Il libro, che uscirà negli USA il prossimo 18 Marzo, vuole dare uno scorcio di come sia lavorare all’interno di Apple. In particolare pone l’attenzione sul management di Apple e in prima fila c’è il CEO di Apple Tim Cook. Il Wall Street Journal ha pubblicato un piccolo estratto di cui noi vi diamo un breve riassunto.

Kane nota che quando Tim Cook è entrato in Apple nel 1998, aveva grandi aspettative da ogni persona che lavorava per lui. Voleva che le persone lavorassero come se Apple fosse una compagnia da 20 miliardi di dollari quando invece Apple era una compagnia da 6 miliardi di dollari. Voleva i migliori risultati, il miglior prezzo sui componenti e le consegne precise e puntuali.

Per qualcuno Tim Cook era una macchina, per altri era affascinante. Sapeva come incutere timore ai suoi dipendenti, ma sapeva anche motivarli a sufficienza facendo lavorare dall’alba fino a mezzanotte solo per una parola di lode.

Cook dirigeva i meeting in ordine e disciplina, analizzava ogni progetto cercando tutti gli errori possibili. I meeting potevano durare anche 6 ore e potevano essere talvolta terrificanti per i dipendenti.

Tim Cook mantiene sempre la calma durante le riunioni e non spreca mai una parola. Quando prende di mira qualcuno, lo martella di domande fino a quando non è pienamente soddisfatto. È conosciuto per fare fino a 10 volte la stessa domanda. “Cosa è questo?”, “Cosa significa?”, “Non capisco. Perchè non ti spieghi meglio?”.

Al contrario di Steve Jobs, Tim Cook è a favore del silenzio che utilizza come arma quando non è favorevole a qualcosa. Nell’estratto, ad esempio, viene raccontato l’episodio di qualcuno all’interno di Apple che non sapeva rispondere alla domanda di Tim Cook. Così scese il silenzio e l’atmosfera nella stanza si fece pesante. Nessuno sapeva cosa rispondere a Tim Cook e Tim Cook non toglieva gli occhi di dosso a quello che non sapeva rispondergli. Per ingannare l’attesa del silenzio Tim Cook tirò fuori dalla tasca una barretta energetica e iniziò a mangiarla.

Quando Tim Cook divenne il CEO di Apple, cambiò l’atteggiamento. Voleva Apple più aperta internamente, e optò per la comunicazione con i dipendenti via email o con riunioni. A differenza di Tim Cook che pranzava sempre e solo con Jony Ive, Tim Cook alla mensa aziendale di Apple preferisce socializzare con tutti i dipendenti.

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