La Commissione Europea si interessa su come Apple paga le tasse. È stata aperta un’interrogazione riguardo gli accordi di Apple per il pagamento delle tasse in Irlanda. Quello che si vuole verificare è se l’accordo preso con le istituzioni irlandesi violi o meno le regole comunitarie. Ma Apple non è da sola, visto che sono state investigate anche Starbucks e Fiat Finance & Trade SA. Se emergesse un accordo segreto, questo violerebbe le regole comunitarie perchè tutti i pagamenti fiscali devono essere apertamente dichiarati.

Non è la prima volta che il sistema fiscale di Apple viene messo sotto la lente di ingrandimento. Apple utilizza la sede distaccata a Cork in Irlanda per muovere ingenti quantità di denaro in giro per il mondo senza dover pagare tasse o commissioni perchè la sede in Irlanda le permette di avere forti agevolazioni. Sui guadagni fuori dagli Stati Uniti, Apple ha pagato una tassa del 3,7%.

Apple ci tiene a sottolineare che il suo modo di operare è perfettamente legale, si difende dicendo che non ha ricevuto trattamenti di favore da parte dell’Irlanda e che paga esattamente le stesse tasse che pagano altre società internazionali che hanno sede in Irlanda.

Ma mentre la Commissione Europea indaga, il senato Americano sta pensando di istituire una tassa agevolata per far rientrare i capitali detenuti all’estero e che Apple e le altre società internazionali non possono far rientrare se non vogliono pagare le tasse. Il Ceo di apple: Tim Cook, dice che il vero problema è che il sistema fiscale americano e internazionale è troppo complicato e quindi le società sono costrette ad ingegnarsi per riuscire a pagare meno tasse. Una semplificazione sarebbe auspicabile.

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